Infermiere olistico: esperienza di utilizzo delle Terapie Complementari

Oggi vorrei raccontarvi il mio approccio con la cura in ambito olistico e la mia esperienza con l’utilizzo delle Terapie Complementari che, tutt’oggi più che mai, fanno parte del mio ambito lavorativo.

So che molti colleghi, come me, hanno deciso di approfondire le conoscenze in questo ambito e se ne sono super appassionati, ma purtroppo, molti ambiti lavorativi limitano o bloccano del tutto l’utilizzo di tutto ciò che non sia convenzionale. Questo è abbastanza frustrante per un professionista che ha delle competenze che non può utilizzare pur sapendo che potrebbero essere di forte aiuto per la salute del paziente. 

La mia visione olistica nasce al tempo dell’università, quando ebbi l’occasione di conoscere il Tocco Armonico. Mi affascinò subito questa tecnica e decisi di fare il primo studio sperimentale sull’utilizzo di questa tecnica per portarlo nella tesi di laurea. Feci il Corso per poterlo applicare durante lo studio per la tesi e lo utilizzai in Terapia Antalgica su pazienti con dolori cronici. Lo studio andò alla grande ed ebbi un sacco di risultati positivi.

Dopo quell’esperienza, iniziai a capire quanto era potente quello strumento accompagnato da una relazione empatica con il malato. Capii come il Contatto e la presa in cura di una persona fatta da un punto di vista olistico, cambiava lo stato di salute e di guarigione delle persone malate. L’assistenza era molto più efficace, i pazienti si sentivano accolti, la compliance di cura aumentava in maniera esponenziale e c’era un netto miglioramento di sintomi e un aumento di emozioni positive.

Mi dava molta soddisfazione poter fare qualcosa di molto valido utilizzando le mie conoscenze, le mie mani e la mia testa. Sicuramente ti devi mettere in gioco, non è sempre semplice. Spesso vengono fuori stati emotivi e situazioni molto forti. Entrare in contatto con il corpo di un’altra persona significa entrare in contatto con il suo vissuto, le sue emozioni, la sua anima. Questo richiede il doppio della forza rispetto ad utilizzare una tecnica precisa e strumentale infermieristica. 

Non ho mai smesso di praticare il Tocco Armonico, neanche nelle mie brevi esperienze ospedaliere o in Rsa. Ricorderò sempre con piacere l’episodio di quando lavoravo in ortopedia. Durante il turno di notte c’era un paziente giovane che non riusciva a dormire per via dell’ospedalizzazione. Fu la mia collega a rispondere al campanello. Lei era pronta a chiamare il medico di guardia per dargli un ipnoinducente ma io la fermai e con cinque minuti di Tocco Armonico riuscii a farlo addormentare e dormì tutta la notte. Tutti rimasero colpiti da questa cosa e iniziarono a chiamarmi in situazioni simili o ogni qualvolta poteva essere necessario. Per fortuna, ero in ambiente in cui non ero ostacolata e questo mi permetteva anche di documentare in cartella infermieristica l’utilizzo di questa tecnica, ma comunque l’utilizzo era sempre abbastanza ridotto per via del poco tempo a disposizione. La mia esperienza in ortopedia poi finì e come molti ben sanno, dopo varie esperienze lavorative, nel 2016 aprii il CSB Torino, luogo della massima espressione dell’utilizzo integrato dell’infermieristica e delle Terapie Complementari. 

In questi anni ho sempre cercato di approfondire il più possibile le mie conoscenze, così, ho imparato i fondamenti dello Shiatsu, ho fatto il Corso di Induzione Ipnotica e mi sono laureata al Master di Terapie Complementari e Medicina Integrata all’università di Siena, un master che ha confermato la mia idea di salute e mi ha insegnato ad avere occhi nuovi verso la persona e la malattia. Conoscere la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia e capire quanto è forte il potere della mente, e poter leggere come essa influisce sul corpo, credo sia sorprendente ed illuminante. 

Per quanto riguarda la mia esperienza, le conoscenze in ambito di terapie complementari mi hanno permesso e mi permettono tutt’ora di lavorare su diversi obiettivi fissati sulla base dei bisogni dell’assistito. Rilassare il paziente perché ha la fobia degli aghi; preparare il paziente nel pre operatorio e accoglierlo nel post operatorio per far si che abbia una guarigione più veloce e tranquilla; aiutare la diminuzione del dolore e l’induzione del sonno in caso di insonnia e così via. Le modalità di applicazione sono infinite, e per fortuna ho avuto modo di usare queste modalità in corsie ospedaliere durante il turno di lavoro come in situazioni più tranquille ambulatoriali. Questo tipo di utilizzo si può definire effettivamente integrato con la pratica infermieristica. 

Diverso, invece, è l’utilizzo delle tecniche complementari attraverso trattamenti mirati. Si va a lavorare direttamente sul benessere psico fisico della persona, la diminuzione e/o risoluzione di sintomi e si cerca di dare alla persona gli strumenti utili per ritrovare un equilibrio bio-psico-sociale. La persona generalmente fa dei percorsi che la portano ad avere dei miglioramenti graduali fino al raggiungimento di un benessere ottimale compatibile con eventuali malattie. Al CSB Torino ho la totale libertà di usufruire delle mie varie competenze e talvolta usarle in contemporanea in base all’obiettivo da raggiungere. Gli obiettivi si definiscono insieme alla persona perché lui è il centro del suo percorso e ne è parte attiva. Inoltre, generalmente, si crea un rapporto di fiducia e di cura che rafforza il raggiungimento degli obiettivi. 

Al CSB Torino, posso integrare i miei saperi con quelli dei miei colleghi.  Spesso il passaggio del cliente avviene direttamente dall’ambulatorio in seguito a prestazioni infermieristiche o in seguito a una semplice chiacchierata. Meno frequentemente invece è l’arrivo diretto verso un percorso olistico. Le persone che generalmente scelgono subito una terapia olistica, sono persone che le hanno davvero provate tutte o che hanno già di per sé una visione olistica di salute.

Il percorso olistico è un percorso da cui c’è sempre da imparare perché ogni persona è diversa e ogni volta si hanno risultati diversi, ma comunque, sempre positivi. E’ uno strumento molto utile e potente che completa la nostra professionalità, ci da delle alternative. A volte gli strumenti più potenti li abbiamo nelle mani, basta solo saperli utilizzare.

Non c’è molto ‘in cui dover credere’.. perché è tutto spiegato fisiologicamente dall’organismo e questo lo spiega anche la PNEI. L’organismo ha dentro di sè tutti gli strumenti per raggiungere una certa capacità di auto-guarigione a volte bisogna solo aiutare l’organismo a ripristinarla. Perciò, invito i miei colleghi e le persone che lavorano in ambito sanitario di approfondire e di utilizzare le loro conoscenze nei loro ambienti lavorativi. Perché sono certa che anche le persone più restie impareranno ad apprezzarne il valore.

A presto.

Sara