Shiatsu: origini ed evoluzione.

L’intento di questo articolo è ricostruire brevemente la storia dello Shiatsu dalle sue origini alle sue evoluzioni più recenti, spiegandone rapidamente gli elementi principali che ne caratterizzano la nascita e la diffusione. Essendo le origini molto antiche e per alcuni tratti ancora poco conosciute riporteremo nell’articolo solo dati e informazioni ricavate da fonti attendibili.

Il termine Shiatsu, coniato in epoca relativamente recente dal Maestro Tenpeki Tamai, si riferisce in realtà ad una tecnica composita, la cui evoluzione passa attraverso tradizioni e interpretazioni diversificate, trasmesse da maestro a discepolo per mezzo dell’insegnamento pratico, per cui talvolta ci si accorge che sotto lo stesso termine si raggruppano, in realtà, tecniche piuttosto differenti le une dalle altre.

Si può però provare a tracciare un breve profilo storico della medicina tradizionale giapponese, così da potere inquadrare, almeno approssimativamente, il contesto in cui si sono sviluppate in Oriente le tecniche da cui successivamente è derivato lo Shiatsu.

In primo luogo, parlare di medicina tradizionale giapponese vuol dire in realtà parlare di medicina cinese. Le radici più profonde dello Shiatsu devono essere ricercate dunque nella cultura e nella medicina cinese e negli influssi che questa generò, a partire circa dal 200 a.C, sulla medicina giapponese. In particolare furono i medici coreani che introdussero la medicina cinese nelle Isole; tra questi vanno ricordati il medico coreano Kim Mu, chiamato in Giappone per curare l’imperatore Ingyo nel 414, e più oltre nel 763 il grande medico coreano buddista Kam Jin, venerato in seguito come persona santa. Altra figura di grande rilievo fu il medico buddista cinese Jian Zhen (Ganjin in giapponese) che giunse in Giappone nel 753 portando nelle Isole la cultura dei Canoni Classici.

La diffusione della medicina cinese fu inoltre veicolata dall’espansione del Buddismo Chan, da cui derivarono prima il Buddhismo Tendai (Saichō – 767/822) e più oltre il Buddismo Zen Soto (Dogen – 1200/1253). Con l’inizio del periodo Kamakura (1192) la diffusione delle “pratiche di salute” di derivazione cinese, comprese quelle Doin-Ankyo, fu quindi particolarmente incrementata dalla sempre maggior presenza nel territorio dei bonzi (monaci buddisti). Le tecniche di Do-in erano principalmente eseguite dal praticante su sé stesso, mentre le tecniche Ankyo presupponevano l’intervento, tramite pressioni manuali, del praticante su un ricevente.

I primi riferimenti scritti riconducibili alle “pratiche con le mani” probabilmente risalgono al libro “Eiga-monogatari” (Racconto dello Splendore) del periodo Heian (794/1191), scritto in parte dalla grande poetessa Akazome Emon tra il 1028 e il 1034, dove viene citato il trattamento con le mani con il nome “Hara-tori”. Le pratiche manuali a cui fa riferimento questo testo sono il Koho-Anma e l’Anpuku, tecniche da cui deriva in gran parte lo Shiatsu attuale.

Il Kampo, nome generico con cui si identifica l’insieme delle medicine giapponesi di derivazione cinese, si sviluppa ininterrottamente nei secoli successivi (Scuola Goseiha e Scuola Kohoha tra le principali), pur con fasi di maggior o minor diffusione. In tutto questo lunghissimo periodo è certo che l’Anpuku, l’Anma e le loro derivazioni furono praticate con grande diffusione e trasversalmente sia tra i ceti più popolari sia nel ceto nobile, come già testimoniato dall’Eiga-Monogatari.

Ma le prime prove scritte dell’esistenza di una tecnica chiamata “Shiatsu”, probabile evoluzione ulteriore delle tecniche descritte dall’Ampuku-Zukai, sembrano risalire al periodo Taisho (1913/1918 circa) quando il Maestro Tenpeki Tamai – in figura – cominciò ad utilizzare regolarmente il termine “Shiatsu” nelle presentazioni del suo lavoro.

Successivamente Tempeki Tamai pubblicò nel 1939 il libro “Shiatsu-hou” che contiene un’esposizione articolata della sua tecnica, ma sembra possibile che precedentemente avesse pubblicato altri 2 testi, risalenti 1919/20 di cui però non si ha traccia.  Depone a favore di questa ipotesi il fatto che nel famoso libro di Takichi Tsukuta “Jissaiteki-kango no hiketsu” (Il segreto della cura pratica) detto anche “Aka-hon” (Libro rosso), ripubblicato nel febbraio del 1929, è presente una sezione titolata “Shiatsu Ryouhou – Nanbyou konji” (Rimedi di Shiatsu – Riequilibrare le disarmonie difficili) in cui viene presentata specificamente la tecnica Shiatsu, certamente riferita a Tempeki Tamai.

In occidente lo Shiatsu comincia ad essere conosciuto in modo significativo all’inizio degli anni ’70, grazie all’opera di diffusione che ne fecero due grandi Maestri del XX secolo, Tokujiro Namikoshi e Shizuto Masunaga.

Federico Bevione – Operatore Shiatsu

Bibliografia:

TRATTATO PROFESSIONALE DI SHIATSU – Fabio Zagato – Ed. Red

MEDICINA TRADIZIONALE CINESE PER LO SHIATSU ED IL TUINA – Maurizio Corradin – Ed. Ambrosiane

SHIATSU – L’ARTE DI STARE BENE – Paola Mantovani – Ed. Shiatsu Milano

TEORIA E PRATICA SHIATSU – Carola Beresford, Cooke – UTET

ZEN SHIATSU – Masunaga & Ohashi – Ed. Mediterranee

SHIATSU – LA TERAPIA GIAPPONESE DELLA PRESSIONE DIGITALE – T. Namikoshi – Ed. Mediterranee

IL LIBRO COMPLETO DELLO SHIATSU – Toru Namikoshi – Ed. Mediterranee