Il ruolo dell’infermiere nel supporto alle famiglie di persone affette da malattie neurodegenerative

Negli ultimi anni si è assistito ad un cambiamento della popolazione, caratterizzata da un aumento dell’età media della popolazione anziana che ha portato all’incremento di malattie croniche ad origine multifattoriale proprie dell’età senile.

Tra queste ritroviamo le malattie neuro-degenerative che rappresentano un insieme di patologie che si contraddistinguono per l’irreversibile e progressiva perdita di cellule neurali e quindi di funzioni cognitive come: memoria, attenzione, ragionamento e linguaggio.

Tra le malattie neuro-degenerative più diffuse ritroviamo sicuramente la demenza senile e in particolare il Morbo di Alzheimer che coinvolgono in maniera diretta e importante i componenti della famiglia, che sono chiamati a rispondere alle complesse esigenze assistenziali di queste persone.

Le difficoltà di gestione del malato creano delle problematiche negative all’interno del nucleo familiare, portando così ad un diminuzione della qualità di vita dei familiari a causa del carico assistenziale sempre più gravoso.

In vari studi, infatti, sono emerse diverse problematiche e bisogni da parte del caregiver (il caregiver è colui che si prende cure del malato), che richiedono interventi specifici e contestualizzabili alle diverse condizioni che caratterizzano tutto il percorso del paziente e dei suoi familiari.

In tutto ciò ha un ruolo centrale la figura dell’infermiere.

Nello specifico svolge un lavoro importante nell’educazione del caregiver e nell’identificazione precoce dei loro bisogni e delle problematiche che derivano dalla gestione del paziente.

In particolare, l’infermiere fornisce supporto attraverso approfondimenti delle conoscenze del caregiver sulla malattia, sul suo decorso e le problematiche ricorrenti, insegna delle strategie di coping ( strategie di adattamento) per gestire in modo efficace i deficit funzionali, cognitivi ma soprattutto comportamentali del familiare assistito e delle strategie comunicative in modo da favorire un’adeguata comunicazione con esso.

Tali interventi possono prevenire o ridurre notevolmente il carico percepito dal caregiver, migliorando non solo la qualità di vita di quest’ultimo ma anche il rapporto con il paziente stesso.

L’infermiere diventa quindi un punto di riferimento per il paziente ma anche per la sua famiglia, fornendogli supporto in relazione alla complessità del carico assistenziale, nelle varie fasi di malattia.

Da questo esempio emerge anche l’importante ruolo educativo dell’infermiere che si estende in diversi ambiti, in particolar modo, nella gestione domiciliare del malato, diventa un’importantissima figura di supporto.

Rosaria Caiaffa – Infermiera del CSB Torino