L’infermiere sul territorio e il riconoscimento economico

Oggi vorrei parlarvi del riconoscimento economico in ambito infermieristico: tema spinoso, problematico..ma doveroso.
Una premessa: l’infermiere sul territorio è una figura professionale ancora poco diffusa in Italia.

L’immaginario collettivo, infatti, correla l’infermiere a due tipologie di impiego (e quindi di contesto lavorativo): quello in struttura (ospedale, residenze per anziani e cliniche) e quello sul territorio dei servizio A.D.I. dell’ASL (Assistenza domiciliare Integrata) attivabile solo in alcuni casi di malattia invalidante.
I cittadini che hanno un’esigenza domiciliare e non possono attivare un servizio A.D.I., spesso non sono a conoscenza della possibilità di ricevere prestazioni infermieristiche (quali ad esempio, iniezioni, medicazioni, prelievi) da infermieri liberi professionisti che lavorano sul territorio e si affidano, così, a “pratiche domestiche” per soddisfare le proprie necessità di assistenza.
Con il passare del tempo questo diffuso malcostume ha depauperato e snaturato la figura professionale dell’infermiere creando una (falsa) credenza circa le reali competenze e il correlato riconoscimento economico della prestazione.
Somministrare un farmaco senza abilitazione oltre ad essere illegale innesca notevoli responsabilità, oltreché, è bene ricordarlo, può innescare possibili complicanze.
Il riconoscimento economico diventa così un ostacolo enorme proprio perché è largamente diffusa l’idea che “l’infermiera, in fondo, la può fare chiunque”. Buona parte dei clienti, ad anzi percorso, cerca una negoziazione al ribasso del prezzo…ma rispetto a cosa dato che non vi è un riferimento ufficialmente riconosciuto?
Inoltre, spesso si sostiene che le prestazioni debbano essere offerte a costo zero: ecco che la prestazione infermieristica si trasforma in un’opera di volontariato o di mutuo soccorso.
E’ bene precisare che, per quanto concerne la mia attività, il range di tariffa è medio-basso.
Purtroppo anche in questo ambito, così come in altri riguardanti la salute, l’obiettivo principale risulta il risparmio sulla prestazione anziché la salute del paziente trascurando la possibilità di disporre di un servizio professionale, corretto e legale.
La figura dell’infermiere libero professionista che opera sul territorio è ancora poco conosciuta e quindi poco richiesta e valorizzata.
Ricordo inoltre che avvalersi di questo servizio consente di andare oltre la mera prestazione infermieristica abbracciando aspetti fondamentali nella cura di un paziente quali la prevenzione, l’educazione, la riabilitazione e la palliazione, seguendo il nucleo familiare e diventando, così, un punto di riferimento.
Credo che questo sia una problematica assai diffusa anche da altre figure professionali con l’aggravante che, trattandosi di salute, il tema dovrebbe essere affrontato con estrema serietà.
Mi piacerebbe ottenere un riconoscimento della professione e della professionista; vorrei che le persone sapessero che dietro i servizi erogati c’è studio, competenza, consapevolezza, esperienza e sicurezza, valori che annullano i rischi di potenziali di danni. Vorrei che le persone riconoscessero che dietro ai 15 € per una medicazione vi è l’acquisto di materiale, le spese per lo spostamento e la garanzia di una prestazione sicura ed efficace; vorrei che le persone sapessero che di quei 15 €, io forse ne guadagnerò 6.
So bene che è un concetto applicabile ad attività in proprio e che molti possono condividere questo problema ma sensibilizziamoci sul fatto che, soprattutto nel settore sanitario, sanità non possiamo concorrere sul prezzo: la salute non è un costo ma un investimento.
Questa riflessione dovrebbe andare di pari passo con quanto già avviene con le prestazioni mediche. La maggior parte della popolazione, infatti, non ha remore nel pagare 200/300 € per una visita di 15/30 minuti da un medico specialista. La loro professionalità e la loro pratica, frutto di anni di studio, e l’affidamento della salute nelle loro mani ha un valore che ormai è universalmente riconosciuto. E su questo non li biasimo di certo.
La nostra figura professionale, soprattutto in ambito territoriale, sta crescendo sempre di più, e sono certa che le cattive abitudini di cui sopra con il tempo verranno meno.
Il cambiamento avverrà, ne sono certa. Ci vorrà tempo e occorrerà molta pazienza, ma so che un giorno questo riconoscimento sarà diffuso tra i cittadini.
In attesa che ciò si realizzi, vorrei ringraziare tutti i clienti che hanno scelto il mio ambulatorio e i servizi proposti, anche dai colleghi che operano sul territorio; ringrazio le persone che hanno pagato con “piacere” e consapevolezza un servizio di cui non ne erano a conoscenza; ringrazio coloro che in prima battuta si sono mostrate restie ma poi hanno avuto la capacità di cambiare sguardo; ringrazio chi riesce a riconoscere la figura infermieristica e si affida a noi con il sorriso.
Grazie perché ci permettete di occupare questo spazio che si colloca tra le figure professionali dedicate alla della salute creando una rete di cura sempre più attenta ed efficiente.
Sara