Trattamenti

Esperienza di un’infermiera…apertura di un Ambulatorio Infermieristico. Parte II

Cosa succede dopo? Mi sono ritrovata con un locale pieno di materiale infermieristico e nessun cliente, è qui che comincia la salita. Come si trovano i clienti? Cosa devo fare e come mi devo muovere adesso?

Mi sono resa conto che la mentalità avuta fino a quel momento doveva cambiare, dovevo tirarmi su le maniche e cercare di farmi conoscere. Inoltre ho iniziato ad investire più ruoli: segretaria, pubblicitaria, infermiera, operatrice olistica, organizzatrice di eventi e molti altro. Bisogna cercare di avere sempre idee nuove e soprattutto non bisogna abbattersi mai, i miei colleghi liberi professionisti ne sanno qualcosa.

In questo anno ho fatto dei profondi lavori su me stessa, ogni giorno ho dovuto lavorare sul mio carattere e su come essere resiliente. Ho dovuto sviluppare molta pazienza e perseveranza, anche se vi confesso che spesso sono capacità che vengono a mancare. Decisioni da prendere non facili, proposte da rifiutare, momenti difficili da superare e poche monetine nel portafoglio. Spesso mi è capitato di domandarmi se avessi fatto la scelta giusta.. ma nonostante le mie difficoltà, la risposta ogni volta era SI. Non sarei mai tornata indietro.

C’è un lungo lavoro da fare per quanto riguarda il farsi conoscere, molte iniziative, investimenti, colloqui e presentazioni. Cosa non sempre facile, perchè puoi trovare la persona entusiasta del tuo progetto come quella a cui non gliene può fregare di meno (giustamente). E bisogna provarle tutte, marketing online, volantinaggio, iniziative, eventi, colloqui, convenzioni etc..

Però ( per fortuna c’è un però) quando inizi ad avere i primi clienti, inizi a dire ‘wow ce la sto facendo’, questa cosa ti da la forza per andare avanti. Le persone hanno bisogno di questo servizio. Arrivano da me clienti che non sapevano assolutamente a chi rivolgersi e, quando inizi a vedere la loro soddisfazione, tutta la fatica viene ripagata. Non sei di corsa e non hai nessuno che cronometra il tuo tempo; la persona viene da te ( o tu vai da lui a domicilio) e hai tutto il tempo di conoscere il suo nome, farti raccontare la sua storia, fargli capire che ci sei, ascoltarlo e dedicargli del tempo.

Inoltre, la cosa che amo del mio Centro, è poter consigliare delle Terapie Complementari alla cura, una cosa non da poco. Spesso purtroppo, dal mio personale punto di vista, i farmaci sono utilizzati per tamponare una situazione che va risolta alla base e certe volte non si raggiunge l’effetto desiderato neanche dopo lunghe terapie. Perciò, ove possibile ovviamente, i clienti sono contenti di risolvere o mantenere un buono stato di salute grazie ad una terapia alternativa a quella farmacologica.

Il tempo poi passe e, piano piano, inizia ad esserci il passa parola. Un cliente ti manda l’altro (doppia soddisfazione) e inizi ad avere un piccolo giro che speri si ingrandisca sempre per permetterti di mandare avanti la baracca. Un “giro” che non basta mai, che è difficile aumentare, ma bisogna dare tempo al tempo. Bisogna tenere duro, andare avanti per il proprio obiettivo sempre, nonostante i momenti difficili. Seminare sempre, in tutti i modi possibile e credere che un giorno raccoglierai quello che hai seminato. La motivazione e la fede nel tuo progetto sono i due principali ingredienti che ti permettono di fare tutto questo. Se li perdi è finita.

Ma il più grande ostacolo di cui ho appreso l’esistenza è questo:

pochissime persone sanno chi è l’infermiere e di cosa si occupa. La nostra professionalità è davvero ancora poco riconosciuta.

Due frasi tipiche?

‘ah prestazioni infermieristiche…(faccia perplessa)..sarebbe a dire? Scusi l’ignoranza’ , ‘ah infermiera, quindi fa le punture.’ è tutto ridotto lì. La cosa che più fa pensare è che non parlo sono di clienti ma anche di medici e farmacisti. La nostra figura è conosciuta tanto e solo a livello ospedaliero, ma sul territorio, ci sono grandi dubbi in merito.

Non si sa quale sia il nostro profilo professionale, non si conosce ancora il nostro grado di autonomia, non si conosce assolutamente il grado di responsabilità e il valore delle nostre prestazioni. Per tutti questi motivi nasce l’enorme fatica di far riconoscere la nostra professionalità e avere un riconoscimento sia professionale che economico. Un altro grande ostacolo, infatti, è far accettare i prezzi delle prestazioni infermieristiche alla clientela, discorso, però, che occuperebbe un’altra intera pagina. Quindi lascio questa tematica al prossimo articolo, lo trovi già sul blog.

Per oggi, quindi, vi lascio così: dicendovi che nonostante tante difficoltà, inseguire i propri sogni e obiettivi è la cosa più gratificante che si possa fare. Sì, ci vuole coraggio, ma ci vuole più coraggio a stare fermi.

Almeno puoi dire di averci provato, siamo sempre in tempo a tornare indietro.

Consiglio? Pensate in grande!

A presto!

Sara